Sono un assiduo lettore del quotidiano La Verità, diretto da Maurizio Belpietro e ho trovato questo articolo di grande interesse per chi segue il mio blog. Lo riporto per intero ringraziando il quotidiano e il suo direttore.
Tratto dall'Articolo di Maurizio Belpietro, quotidiano La Verità, 7 febbraio 2017. pagg. 1 e 3
Tratto dall'Articolo di Maurizio Belpietro, quotidiano La Verità, 7 febbraio 2017. pagg. 1 e 3
Forse non tutti i lettori sono a conoscenza del fatto che, dal lunedì al venerdì, oltre a dirigere La Verità, conduco su Rete 4 un programma che si chiama Dalla vostra parte, in cui spesso mi occupo di immigrazione e di problemi connessi alla cosiddetta accoglienza. Ho voluto ricordarlo non per farmi gratis un po' di pubblicità e nemmeno per segnalare a chi non ne fosse stato a conoscenza la lacuna, non credo che ciò che faccio sia così degno di evidenza.
Se ho parlato della trasmissione serale è solo perché spesso alcuni tra gli ospiti che partecipano sostengono che i costi degli stranieri sbarcati sulle nostre coste non siano a carico del bilancio statale, cioè dei contribuenti italiani, bensì dell'Europa. "E' la UE che paga, non l'Italia", è il refrain che sento ripetere per controbattere a coloro i quali ritengono che prima degli extracomunitari si debba assistere chi è nato e cresciuto qui. Lasciate per un attimo perdere che i soldi di Bruxelles siano comunque frutto di ciò che il nostro paese ha versato nelle casse comunitarie e che dunque, se fosse vero che la spesa dell'accoglienza la paga l'Europa, sarebbero sempre fondi usciti dalle tasche degli italiani con le tasse. Il problema non è che il denaro dato alle varie cooperative specializzate in assistenza degli immigrati sia dei contribuenti anche se arriva dalla UE. Il problema è che non è assolutamente vero che i quattrini arrivino dall'Europa.
Già. A sostenere le spese per le centinaia di migliaia di persone che ogni anno sbarcano in Italia, non è Bruxelles, seppure con i soldi nostri: siamo direttamente noi. Lo dimostrano i dati raccolti dal centro studi Impresa lavoro, ufficio che ha messo nero su bianco i costi dell'emergenza dal 2011 ad oggi.
Proviamo dunque a vederli questi dati. Tra soccorso in mare, accoglienza, sanità e istruzione, nel 2011 abbiamo speso quasi un miliardo di euro e la Ue ha contribuito per un decimo. Risultato: ai contribuenti l'accoglienza di migliaia di stranieri arrivati sulle nostre coste con i barconi è costato 828 milioni. E' andata peggio nel 2012, ma solo perché, pur in presenza di costi più bassi, l'Europa ha scucito meno soldi, ossia solo 65 milioni. Tuttavia diciamo che in quegli anni il peso era ancora sopportabile per il nostro scarno bilancio, perché inferiore al miliardo.
Dal 2013 in poi, invece, i costi sono esplosi. A fronte di 100 milioni elargiti dalla Ue, noi infatti abbiamo speso un miliardo e 255 milioni. E da qui in poi è andata sempre peggio.
Nel 2014 le spese per gli stranieri sono salite a 2 miliardi e 205 milioni, ma da Bruxelles è arrivato un contributo di soli 160 milioni. Nel 2015 dei due miliardi e 736 milioni spesi abbiamo recuperato appena 120 milioni.
Ma il peggio lo si è avuto lo scorso anno: 4 miliardi e 227 milioni i costi, 112 milioni l'aiuto dei nostri partner. Le previsioni per il 2017 non lasciano margini di speranza.
Si stima infatti una spesa di 4 miliardi 261 milioni, più o meno in linea con i costi del 2016, ma il contributo Ue è ridotto a 87 milioni. Calcolo prudenziale, ovviamente. Con cui si rischiano però brutte sorprese, perché se il ritmo degli sbarchi non subirà variazioni, nell'anno in corso potremmo superare la cifra record di 180.000 migranti, con tutto ciò che ne consegue.
Dunque, a prendere per buoni preventivi e consuntivi, spalancare le porte ai profughi in cinque anni è costato oltre 14 miliardi di euro, una cifra con la quale si potrebbero fare molte cose, a cominciare dalla ricostruzione dei luoghi terremotati per finire con il decreto per gli esodati.
Tanto per intenderci, il governo italiano sta litigando con l'Europa per uno sforamento di 3,4 miliardi, più o meno un quinto di ciò che ha speso dal 2013 a oggi e comunque meno di quanto spenderà quest'anno per accogliere gli stranieri. A ciò si aggiunga che se non ci saranno inversioni di tendenza, inimmaginabili al momento, nei prossimi anni spenderemo sempre di più, proprio come è successo nella storia recente. E, come accaduto dal 2013 in poi , è assai probabile che da Bruxelles riceveremo meno di quanto ottenuto finora.
Insomma, non solo non è vero che i soldi spesi per ospitare i profughi sono europei, ma dobbiamo metterci in testa che, se vogliamo trovare una soluzione ai nostri guai, dobbiamo smetterla di invocare l'Unione europea e rimboccarci le maniche da soli.
A partire da subito.
Tratto dall'Articolo di Maurizio Belpietro, quotidiano La Verità, 7 febbraio 2017. pagg. 1 e 3
Fotografie di Egidio Dellacroce che possono essere utilizzate liberamente (no copyright) per motivi culturali o di cronaca.
Tratto dall'Articolo di Maurizio Belpietro, quotidiano La Verità, 7 febbraio 2017. pagg. 1 e 3
Fotografie di Egidio Dellacroce che possono essere utilizzate liberamente (no copyright) per motivi culturali o di cronaca.
Milano, 18 giugno 2016: un accampamento di profughi nei Giardini di Porta Venezia.
Milano, 18 giugno 2016: un gazebo occupato dai profughi nei Giardini di Porta Venezia